dal sito di Associazione ItaliaTibet: CONCLUSO IL MEETING DI DHARAMSALA: PREVALE LA LINEA DEL NEGOZIATO CON LA CINA

Dharamsala, 22 novembre 2008. La maggioranza dei tibetani in esilio, riuniti a Dharamsala, si è espressa a favore della linea politica moderata del Dalai Lama. Questi i punti principali emersi dal meeting:

1 – Decisione unanime: l’Assemblea invia un forte messaggio di solidarietà ai tibetani all’interno del Tibet per il coraggio con cui hanno affrontato il regime cinese. In particolare, l’assemblea ricorda i tibetani morti, arrestati, torturati e quelli che ancora risultano dispersi.

2 – Decisione unanime: l’Assemblea chiede al Dalai Lama, indiscusso leader politico e spirituale del Tibet, di non lasciare la sua carica e di restare alla guida del popolo tibetano per aiutarlo a risolvere nel miglior modo possibile la questione del Tibet.

3 – La maggioranza dell’assemblea decide, di conseguenza, di proseguire con l’attuale politica della Via di Mezzo per trovare una soluzione al problema. Tuttavia restano aperte le opzioni dell’autodeterminazione e dell’indipendenza nel caso in cui la politica della Via di Mezzo non porti a risultati.

4 – L’assemblea ringrazia tutti i gruppi di sostegno, il governo, i singoli individui e soprattutto il governo e il popolo dell’India per il loro fermo supporto.

(Informazione fornita da Choedup – ITSN South Asia)



Parlando con i giornalisti, il presidente del parlamento tibetano, Karma Choepel, e la vicepresidente, signora Dolma Gyari, hanno dichiarato che molti delegati si sono espressi a favore di una linea più dura nei confronti della Cina ma, alla fine, la maggioranza ha votato a favore della politica della Via di Mezzo. “Tuttavia il governo tibetano non invierà a Pechino i suoi rappresentanti fino a che la Cina non mostrerà di aver ammorbidito la sua posizione”, ha precisato la signora Gyari. “Se non vi sarà alcun progresso nel breve periodo, prenderemo in considerazione altre opzioni, compresa quella dell’indipendenza”, ha aggiunto il presidente Choepel.



Il governo tibetano ha fatto sapere che le condizioni per la ripresa dei colloqui saranno specificate nella risoluzione finale. Tra le condizioni figurerebbero la presenza ai colloqui di un osservatore indipendente, la liberazione dei prigionieri politici e il rilascio di una dichiarazione congiunta al termine di ogni round negoziale.

Nella risoluzione finale sarebbero inoltre caldeggiate una più intensa attività di lobbying presso le Nazioni Unite e una campagna volta a contrastare la disinformazione e le falsità divulgate dalla Cina.